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Il segmento testuale Repubblica dei Consigli è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 23Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 209

Brano: [...] loro economicismo, avanzavano richieste salariali incompatibili con lo stato in cui versava il paese.

Maturò allora, anche per le crescenti preoccupazioni che destava il consolidarsi della rivoluzione in Russia, la decisione dell’Intesa di imporre al governo ungherese il ritiro immediato dalla Slovacchia. L’ultimatum venne accettato il 21.6.1919 e fu accolto, all'interno dell'Ungheria come all’estero, come un evidente atto di debolezza della Repubblica dei Consigli: tre giorni dopo fallì a Budapest un tentativo di colpo di stato, mentre crebbero le pressioni occidentali su romeni e cechi perché intervenissero. Gli ungheresi tentarono di prevenire l’attacco sferrando loro il primo colpo, ma vennero travolti dalle truppe romene che entrarono nella capitale e posero fine all’esperienza rivoluzionaria, durata poco più di 4 mesi.

Così, per le divisioni interne, la poca chiarezza di idee e la sottovalutazione della questione sociale nelle campagne, la sinistra ungherese fallì il suo primo tentativo di governo. Ma un fallimento ancora più grave pesava sull’[...]

[...]ato nel 1848, si erano dimostrati incapaci di sciogliere il complesso nodo che legava in Ungheria la questione nazionale (soprattutto in rapporto alle nazionalità non magiare incluse nel territorio della Corona di Santo Stefano) e la questione sociale: travolti, certo in buona misura, da condizioni internazionali avverse, essi mostrarono appieno la debolezza di progetti e di consenso che li caratterizzava.

// regime di Horthy

La fine della Repubblica dei Consigli significò la restaurazione di fatto del vecchio potere latifondista e il ritorno delle vecchie classi al potere, cancellando anche l’esperienza democraticoborghese di Kàrolyi. I signori feudali si erano, per di più, radicalizzati al punto di ritenere che tutti i mali da cui appariva afflitta la società ungherese (dalle sconfitte militari ai disastri economici e all’espansione dei comunisti) andassero attribuiti alle attività degli ebrei i quali, arricchitisi soprattutto con il commercio, erano particolarmente numerosi nella capitale e in tutto il paese. È vero che soltanto un insieme di sloga[...]

[...]alizzati al punto di ritenere che tutti i mali da cui appariva afflitta la società ungherese (dalle sconfitte militari ai disastri economici e all’espansione dei comunisti) andassero attribuiti alle attività degli ebrei i quali, arricchitisi soprattutto con il commercio, erano particolarmente numerosi nella capitale e in tutto il paese. È vero che soltanto un insieme di slogan come

Manifestazione popolare a Budapest per la proclamazione della Repubblica dei Consigli (novembre 1918)

l’antibolscevismo, il “nazionalismo cristiano”, l’ordine e il tradizionalismo costituivano il cemento di una classe di proprietari terrieri priva di una politica governativa unificata o anche solo di un accordo sulla forma di governo da dare al paese, ma è altrettanto vero che proprio questo vuoto aprì la strada a un compromesso politico, tramite il quale 1*1.3.1920 fu nominato reggente d’Ungheria Horthy (v.). Quest’ultimo, che aveva capeggiato una piccola armata fiancheggiatrice dei romeni allorché questi erano entrati a Budapest, reggerà i destini del suo paese per tutto [...]

[...]a piccola armata fiancheggiatrice dei romeni allorché questi erano entrati a Budapest, reggerà i destini del suo paese per tutto il ventennio seguente, impegnandosi a perseguire una politica di acceso anticomunismo e di assoluto antisemitismo (solo più tardi ridimensionato), esaltando demagogicamente una “solidarietà sociale e cristiana” legata a una politica estera fondata sul nazionalismo e sulla revisione dei trattati di pace.

Sconfitta la Repubblica dei Consigli, venne scatenato da Horthy un “terrore bianco” che provocò la morte di circa 5.000 ungheresi, l'isolamento di 40.000 persone in campi di concentramento o in carcere, l’esilio per altre 70.000. La riforma agraria approvata nel 1921 interessò appena il 5% delle terre agricole, lasciando praticamente intatto il sistema dei latifondi. Per contro, subito dopo la vittoria del fascismo in Italia, Horthy si accostò alle concezioni corporative, cercando di applicarle in Ungheria: venne così creata una Camera agraria, alla qua

le furono aggiunti numerosi istituti di arbitrato per far fronte ai conti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 209

Brano: [...] a dimettersi. Sull’esempio russo sorsero anche in Ungheria i soviet. Kàrolyi, che non si era compromesso col precedente regime reazionario, apparve alla borghesia come l’uomo che avrebbe potuto salvare la situazione: mentre gli operai armati e i soldati occupavano gli edifici pubblici, nell’ottobre 1918 egli fu così chiamato a presiedere il governo « popolare », nel quale rappresentava i pacifisti liberali e i socialdemocratici di destra.

La Repubblica dei Consigli

Il 13.11.1918 firmò a Belgrado un armistizio separato con le forze dell’Intesa e quando, il 16 novembre, venne proclamata in Ungheria la Repubblica, egli ne fu eletto presidente.

Intanto era sorto il Partito comunista ungherese. Nel febbraio 1919 il governo scatenò contro di esso l'attacco reazionario e ne arrestò

i dirigenti, ma pochi giorni dopo lo stesso governo fu rovesciato dai moti popolari. Il nuovo governo, composto questa volta da comunisti e da socialdemocratici, con Béla Kun (v.) ministro degli Esteri, proclamò la Repubblica dei Consigli. Come presidente fu mantenuto Kàrol[...]

[...], il 16 novembre, venne proclamata in Ungheria la Repubblica, egli ne fu eletto presidente.

Intanto era sorto il Partito comunista ungherese. Nel febbraio 1919 il governo scatenò contro di esso l'attacco reazionario e ne arrestò

i dirigenti, ma pochi giorni dopo lo stesso governo fu rovesciato dai moti popolari. Il nuovo governo, composto questa volta da comunisti e da socialdemocratici, con Béla Kun (v.) ministro degli Esteri, proclamò la Repubblica dei Consigli. Come presidente fu mantenuto Kàrolyi, ma poco più tardi egli abbandonò la carica ed emigrò in Francia.

Abbattuta dopo 133 giorni, dalla coalizione internazionale, la Repubblica dei Consigli e salito al potere l’ammiraglio Horthy (1920), Kàrolyi continuò a restarsene all'estero, prendendo posizione contro quella dittatura fascista. Più tardi condannò l’alleanza dell’Ungheria con Hitler e la partecipazione del paese alla seconda guerra mondiale. Ritornato in patria nel 1947, fu nominato ambasciatore ungherese in Francia. Nel 1949 lasciò tale carica per ritirarsi a vita privata, soggiornando all’estero fino alla fine dei suoi giorni.

Kasman, Sergio

Marco Guardi; Marco Macchi. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Genova il 2.9.1920, ucciso a Milano il 9.12.1944.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 212

Brano: [...]vanzata verso il socialismo è indubbiamente più lenta del cammino che abbiamo percorso nel 1919, ma noi, compagni, andiamo volentieri verso il socialismo a passo più lento e a prezzo di meno sacrifici a favore degli intellettuali, del contadini, degli uomini semplici, in una parola di tutta la nazione lavoratrice, piuttosto che in maniera affrettata, ma a prezzo di una sanguinosa guerra civile ».

Evidentemente incideva ancora il ricordo della Repubblica dei Consigli e, benché i comunisti sostenuti dall’Armata Rossa godessero ora di un potere effettivo superiore alla loro forza elettorale (grazie ai settori che controllavano, come il Ministero degli Interni), essi costituivano pur sempre una minoranza. La scoperta, nel gennaio 1947, di

212



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 208

Brano: [...] a Versailles provocò grande costernazione e si cominciò a valutare, fra l'indecisione italiana e le riluttanze inglesi e statuniten

Soldati ungheresi nei giorni della cosiddetta “rivoluzione delle rose di autunno” (Budapest, 31.10.1918)

si, la possibilità di un intervento militare immediato. Ma la disponibilità alla trattativa manifestata da Béla Kun fece per il momento prevalere la moderazione e furono avviati colloqui diplomatici.

La Repubblica dei Consigli

Il nuovo governo si trovò ad affrontare i rilevanti problemi interni e, in primo luogo, quello delle campagne. Con molti latifondi occupati dai contadini, la proclamazione dei diritti del lavoratore alla terra aveva bisogno di una normativa che in tempi stretti chiarisse come procedere agli espropri e alle assegnazioni: in assenza di regole, si moltiplicavano i contenziosi nelle campagne e si accresceva l’incertezza. Contemporaneamente aumentavano il settarismo e un atteggiamento anticontadino fra i comunisti, da un lato convinti della necessità di trarre dalle campagne le fonti di accumul[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 586

Brano: [...]ntre le tendenze autoritarie e le contrapposte spinte ribellistiche dominavano la scena politica, preparando il terreno a^nuove, drammatiche vicende in un’Europa già tanto duramente provata dalla guerra.

La rivoluzione bolscevica in Russia venne vista dai lavoratori di altri paesi come un esempio da seguire, ma che portò a esiti diametralmente opposti: esplosero rivolte in Germania (v. Spartachismo) e in Ungheria (v.), dove fu proclamata la « Repubblica dei Consigli »; vivaci lotte operaie e contadine si ebbero nel “biennio rosso” 191920 anche in Italia.

A tutti questi forti movimenti di tipo insurrezionale i governi e le caste militari risposero in modo durissimo, sostenuti in ogni paese dall’opinione pubblica conservatrice e da gruppi di piccoloborghesi che fecero propria la retorica della « trincerocrazia » (v. Popolo d’Italia).

Per di più, in Italia, gli insuccessi diplomatici e gli errori commessi durante la Conferenza della pace di Parigi resero evidente l’irrealizzabilità degli ambiziosi obiettivi che

il governo Salandra aveva pensato di [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Repubblica dei Consigli, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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